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Identità e valori, rivisitazione e appartenenza: la linea Proud2Be mescola, gioca e riassembla l’essere partenopei. Solo per chi vive orgogliosamente la cultura fiorita all’ombra del Vesuvio.
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Il simbolo della fierezza di chi si sente di appartenere ad un regno mai tramontato ricco di storia e che ha fatto grande il SUD.
Il culto del sangue nella città di Napoli è parte integrale della cultura di ogni partenopeo. Ogni napoletano, volente o nolente è interessato allo scioglimento del sangue del patrono. Porta con te il miracolo ogni giorno. Indossa il sangue di un popolo.
Le carte napoletane sono carte in stile spagnolo. Sono tra le carte regionali più diffuse in Italia, essendo utilizzate nella maggior parte del Mezzogiorno. La struttura di questo mazzo di carte e di quello siciliano risale al XIX secolo, come dimostrano le acconciature e i baffi delle figure di entrambi i mazzi. Il mascherone grottesco centrale del tre di bastoni è detto Gatto Mammone per via dei suoi baffoni che ricordano le vibrisse dei gatti. Spiccano anche il cinque di spade con scene di semina, i denari rappresentati in forma di stelle, l'asso dello stesso seme rappresentato come un'aquila a due teste e il cavallo di spade, che rappresenta un personaggio simile a un moro col turbante in testa e la scimitarra in mano. Il re di denari è talvolta detto matta in quanto in alcuni giochi, come ad esempio il sette e mezzo, può assumere qualsiasi valore gli si voglia dare. Il mazzo da 40 carte è a figure intere e misura 50×83 mm.
Collezione ispirata al celebre film e capolavoro del maestro De Crescenzo.
‘A capera è la parrucchiera. Una volta la capera portava la propria arte nelle case delle donne. Il termine è utilizzato per indicare una persona pettegola e trova riscontro nel fatto che, un tempo la capera sollazzava i clienti raccontando i pettegolezzi raccontati in giro. Un consiglio: non raccontate i fatti vostri a chi indossa questo capo da capera!
La Janara, nella credenza popolare di Benevento è una delle tante specie di streghe che popolavano gli antichi racconti. Il nome potrebbe derivare da Dianara, ossia "sacerdotessa di Diana", oppure dal latino ianua, "porta": era appunto dinanzi alla porta, che, secondo la tradizione, era necessario collocare una scopa.
Tratto dal capolavoro del Maestro De Crescenzo, celebra il Pazzaglia che c'è in te: fai contento a tuo nipote Geppino regalagli e regalati la T-shirt di Cavalluccio Rosso.
All’ombra del Vesuio si distende la meravigliosa e antica Napoli, la più bella fra le belle. Il gigante che sovrasta la città è parte per il tutto: simbolo terreno e potente di Partenope, immancabile in qualsiasi veduta, dalla Certosa di San Martino al lungomare di Mergellina. Alla sua vista ogni napoletano allarga un sorriso: è l’amore.
Il progetto rende omaggio alla famosa lettera di Tommasino (Luca De Filippo) nella commedia "Natale in casa Cupiello", di Eduardo De Filippo.
Il progetto rende omaggio alla famosa lettera di Totò e Peppino nel film "Totò, Peppino e la... malafemmina" (1956).