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Non è vero ma ci credo!

Non è vero ma ci credo!

Sfortuna, iella, superstizione e malocchio. Celia racconta le credenze e le pratiche rituali che da millenni influenzano il pensiero, il modo di fare, di agire e di vivere di tutti noi! Nord, Sud, paesi arretrati o culturalmente avanzati, tutti, che l’ ammettiamo o meno abbiano i nostri rituali contro la malasorte. Ma come l’ affrontano la Calabria e la Campania? E voi invece, quali sono i vostri rimedi al malocchio?

Il malocchio in genere è causato dall’invidia, dalla cattiveria, della gente che lancia la sua negatività a volte senza rendersene conto, ma raramente! Basta una falsa adulazione, un complimento non sentito, uno sguardo più intenso del dovuto e la negatività si impossessa di noi. Voi direte no, non è vero! sono stupide credenze popolari, pratiche rituali legati a culti pagani, ma pensate a quel mal di testa, a quel senso di stanchezza e malessere e tutti gli eventi negativi che ne conseguono dopo un particolare incontro. Sono gli occhi signori miei a trasmettere la negatività, lo dice la parola stessa occhio che getta il male. Da sempre la superstizione influenza il pensiero, il modo di fare, di agire e di vivere della gente! Nord, Sud, paesi arretrati o culturalmente avanzati, tutti da milleni che l’ammettiamo o meno abbiano i nostri rituali contro la sfortuna, la iella, il malocchio.

In Campania molti sono i riti scaramantici per combatterla. Nella città di Partenope viene chiamata jettatura e Peppino De Filippo la combatteva con la formula: “Aglio, fravaglie, fatture ca nun quaglie; corna, bicorna, cape ‘e alice e cape d’aglio”. Dall'altra parte però l’amuleto più potente rimane ‘o curnicello, il famoso cornetto rosso in corallo: tuosto, vacante, stuorto e cu’ ‘a ponta che rilascia il suo potere apotropaico solo ed esclusivamente se regalato. Per chi volesse fare l'en plein è libero di usarlo in combo con il ferro di cavallo appeso alla porta, talismano che 

Per chi invece vuole Un altro talismano è il ferro di cavallo appeso in casa e con le punte rivolte verso l’ alto.. ‘e corna!!! 

Anche in Calabria lo chiamiamo jettatura. I talismani sono più o meno simili, vi dico cosa ci terrorizza: a tavola non ci si siede mai all’ angolo, il rischio è di non sposarsi; rompere uno specchio, sono sette anni di disgrazia; di Venere (venerdi) e di Marte (martedi) non si sposa e non si parte né si da’ principio all’ arte; se con la scopa si toccano i piedi di una donna nubile non si sposerà più; passare sotto una scala porta malissimo; il pigolìo della civetta; il continuo ululato del cane è presagio di morte; il sale rovesciato, bisogna prenderne un pizzico e lanciarlo dietro la spalla sinistra, anche l’ olio rovesciato è sfortuna, al contrario del vino che è un buon segno.

Calabria e Campania non sono poi così diversi. Molti sono i gesti scaramantici, il più famoso rimane quello di toccarsi le parti intime gli uomini e il seno sinistro le donne, questa era  un’ antichissima usanza, poiché il fallo maschile e il seno femminile sono simboli di fertilità. A chi non è capitato di vedere appesi agli architravi delle vecchie case dei nostri paesi, delle mascherette apotropaiche dal greco “allontanare” o annullare le energie maligne, riproducono le maschere teatrali e l’ aspetto delle Gorgoni, rappresentate il più delle volte con capelli di serpenti e una lunga lingua in fuori, queste avevano l’ obbligo di tenere lontani gli invidiosi portatori di malocchio e negatività.

Letteratura, Cinema e tradizioni popolari. Si pensa che la superstizione riguardi solo il sud, forse perché l’ Arte ne ha fatto spesso il tema centrale: Pirandello al suo personaggio Rosario Chiarchiaro nella novella La Patente gli farà avere un biglietto da visita con su scritto "professione jettatore". De Filippo invece a Ferdinando Quagliuolo in Non ti Pago gli fa pronunciare terribili maledizioni davanti al ritratto del padre pur di non far ritirare a Bertolini  una somma vincente. Per togliere il malocchio invece, almeno in Calabria, le nostre nonne preparavano un pezzetto di stoffa con dentro del sale grosso e legato da un filo rosso, un sacchettino/amuleto da portare sempre con se. Le più esperte invece le sdocchiatrici, donne comuni in grado di togliere il malocchio, fanno sedere il malcapitato, segnano per tre volte la sua fronte con le dita tracciando una croce e recitando una formula magica. Lo sbadiglio ripetuto e rumoroso è il sintomo principale e se anche la donna comincia a sbadigliare  è la conferma di essere stato adocchiato!!! Infine c’ è il metodo più potente che raccoglie il malocchio: l’ olio. Si riempie un piatto con dell’ acqua, si segna per tre volte la fronte dell’ adocchiato e nel frattempo si ripete la formula magica, si versano poi nel piatto tre gocce d’ olio d’ oliva, se queste si espandono il malocchio c’ è e il rito va ripetuto per tre volte, fin quando le gocce d’ olio rimangono a galla.

Inutile correre in cerca del rituale esatto per liberarvi dal malocchio, non basta il famoso “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio!” sono rituali antichissimi ed ormai è troppo tardi, perché questo può essere svelato solo la notte di Natale!!! E voi.. ancora non ci credete? Beh, come diceva Eduardo: “essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”!