(di Giovanni Nappo)
Marzo 2008, biglietto di sola andata. Napoli Capodichino - Londra Heathrow in due ore e 30 minuti circa. Prima volta in Inghilterra, primo viaggio in aereo da solo. Davanti a me solo incertezze ma tanta voglia di fare bene. Quasi giunti a destinazione, il ragazzo che siede sulla mia destra, lato finestrino, mi chiama per farmi vedere lo stadio di Wembley. "Sti inglesi però mica sono così chiusi come dicono" - Stefano, questo il suo nome, mi dice poi di essere di origine italiana. Ci scambiamo i numeri "sentiamoci, vediamoci, ti aiuto col lavoro"*.
In tanti mi hanno chiesto e continuano a chiedermi:
Perché sei partito?
Alla base non c'è mai solo un motivo. A volte in realtà non ce ne sono. Arrivano semplicemente dei momenti nella vita nei quali senti il bisogno - quasi un dovere - di andare oltre, di metterti in gioco e vedere cosa si nasconde "on the other side".
Ma come hai fatto a lasciare Napoli?
In realtà non si lascia Napoli, né la propria identità, quelle ti seguono ovunque. Spostarsi geograficamente non vuol dire azzerare la propria vita, ma anzi avere l'opportunità di farla conoscere a persone che non immaginavi minimamente di poter incontrare: chi sei, da dove vieni, le tue tradizioni, i tuoi punti di vista. Ma soprattutto di ascoltare chi sono gli "altri". Viaggiare - se si ha la giusta motivazione - é un momento nel quale c'é tutto da guadagnare.
Novembre 2015, Perth, Australia.
Se non avessi avuto il coraggio di partire quel marzo di 7 anni fa, non sarei qui a potervi raccontare come sono finito - letteralmente - dall'altra parte del mondo.
Come? Nun jate e' frettà. La storia é lunga. Al prossimo post. *Ovviamente Stefano non l'ho mai più visto né sentito.